Le cose a cui si è abituati, ovviamente quelle positive, continuano a mancare più o meno tutte, e spesso capita di ripensare al proprio paese vedendone gli aspetti positivi e molto meno quelli negativi.
Il primo anno vissuto qui è stato non privo di difficoltà sotto vari aspetti, in primis per degli ovvi motivi di adattamento al luogo e al pensare comune, poi anche per un infortunio avuto durante un'amichevole (disputata come una finale di coppa del mondo) che mi ha tenuto fermo da ogni genere di attività fisica a me gradita (pinacolo a parte), e così una volta ristabilito, ho deciso di ricominciare da zero e di rimettere in sesto la mia alimentazione.
Da un anno e mezzo ho cambiato il mio modo di alimentarmi, mangiando dalle 5 alle 6 volte al giorno, porzioni normali, cercando di non esagerare con i cibi inutili e immettendo un'equilibrata varietà di nutrienti.
Devo dire che funziona, mi sento molto meglio sia fisicamente che emozionalmente.
Tutto questo mangiare però ha i suoi ostacoli, perché, se è vero che mi impegno a variare la dieta, alla lunga comunque i cibi sono sempre quelli, se poi ci metti che non sono più in Italia (non me ne vogliano i lettori stranieri) non c'è niente da fare... la ricerca si fa ardua.
L'altro giorno, per esempio, preso da un attacco pesante di mestruo, dopo molte ore di lezione e stanco morto, pensavo a quanto mi stava sulle balle questo paese, privo di cultura del cibo (che non è vero), ed imprecavo pensando a tutte quelle cose meravigliose che fino a soli due anni fa potevo mangiare, senza preoccuparmi troppo del prezzo, con tutta quella scelta e varietà di buonissimo livello qualitativo.
Eh, questo anche a mente fredda, devo dire che è un problema che molti italiani devono affrontare una volta fuori casa, soprattutto se sono esigenti (io casco in questa categoria) anche dal punto di vista qualitativo del cibo.
Per fortuna, la frequenza del mio mestruo gastronomico è molto differente da quello comune femminile, ma per fortuna con l'abitudine diminuisce... mi spiego... passata la fase che ti va bene tutto perché sei nuovo del posto, inizi a studiare i supermercati, guardi cosa offrono, ovviamente guardi i prezzi e cominci a farti la tua esperienza sui nuovi prodotti del posto... e il mestruo comincia.
Dicevo... la frequenza... se all'inizio era un ciclo ogni spesa, adesso che non ci voglio più pensare è diminuito drasticamente.
A seguire, una mia critica esplicita ai supermercati di Balneario Camboriù (morta#ci loro!):
Punto 1 - Qualità
E' la nota più dolente, praticamente impossibile da far capire a chi non ha idea di cosa si tratti... i prodotti venduti nei mercati comuni sono per il 95% distribuiti dalle grandi aziende locali e multinazionali, molti dei quali sono delle marche più eticamente scorrette sul mercato.
Entri in un supermercato e noti un'infinità di prodotti che, pur essendo di marche diverse, sono tutti uguali, nessuna differenza l'uno dall'altro.
Le uniche gioie si possono avere nel reparto frutta, che, comunque, non soddisfano le aspettative, visto il paese così ricco di diversità in questo senso.
Punto 2 - Varietà
Come dicevo, entri nel corridoio degli inscatolati, e, per esempio, trovi 3 tipi di legumi e cereali, diciamo: fagioli, piselli e mais, basta... sono praticamente tutti dello stesso tipo, dimensione e stoccaggio... uno scaffale di 8-10 metri con solo questa fornitura.
Ma c#zzo, dico io, possibile che la gente non abbia voglia di mangiare altro!?
Punto 3 - Prezzi
Se qualcun altro mi viene a dire che la vita in Europa è cara gli taglio la lingua, e per fortuna molte persone stanno conoscendo di più l'estero e stanno capendo che esiste un'altra situazione... la vita è cara dal momento che tu guadagni con una moneta che non vale quasi una cippa e la porti in un paese con una moneta più cara, non ci vuole un genio.
Per cui dicevamo dei prezzi... se ci si limita a mangiare il classico arroz e feijão e poco altro va tutto bene, anche molti tipi di frutta hanno dei prezzi ragionevoli, il problema nasce dal momento in cui si vuol mangiare una carne di qualità superiore, dei buoni formaggi, degli affettati per non parlare del prosciutto o di bere un buon vino (anche se in questo caso le cose stanno cambiando).
Possiamo parlare della variazione dei costi dei prodotti quasi quotidiana, un giorno pago X per un litro di latte ed il giorno dopo lo pago il 25% in più.
Questo solo per quel che riguarda il cibo, non gli altri prodotti... perché i costi per delle semplici pile stilo o delle lamette per farsi la barba (p#rca pu##ana a pensarci mi torna il mestruo!!!) sono ridicoli.
Tutto ciò succede dove vivo io, non parlo di altri posti perché non li conosco, ma qui, questo è il prezzo da pagare quando si hanno altre abitudini gastronomiche.
Non penso che il Brasile non abbia cultura del cibo, ci sono molti piatti molto diversi tra loro e di alto livello. Perciò il problema (secondo me) è più evidente dove mi trovo io, o forse in altre zone remote del Brasile (dove immagino possa essere peggio).