Tra vent' anni sarete più delusi per le cose che non avete fatto che per quelle che avete fatto. Quindi mollate le cime. Allontanatevi dal porto sicuro. Prendete con le vostre vele i venti. Esplorate. Sognate. Scoprite.
Mark Twain


31 marzo 2011

Italian connection

Ricordate la Poderosa? La mia bicicletta rossa?
Il nostro rapporto dura da circa 8 mesi, e da allora quel gioiellino mi scarrozza a destra e a manca per le strade più e meno conosciute di BC... non dimostra affatto di valere 249 reais, nossignore... se non fosse per le due ruote un pò "intortate" e quella ruggine nel manubrio, si direbbe che é un mezzo di classe media (qua é tanta cosa).
Grazie a questo fantastico mezzo sto apprezzando la vita all' aria aperta, in pochi capiscono quanto sia importante la mia conquista, non ho bisogno di avere un' auto tutta mia per andare al lavoro o fare la spesa, mi basta una bici.
Così qualche settimana fa ho fatto una bella "scoperta", e girando a caccia di un buon caffé capito in un barettino di nome "Dolce Caffé"... e qui conosco Enzo, italiano "de Latina".
Fresco di una delusione lavorativa, questa conoscenza é stata la così detta "manna dal cielo"... già, perché il fatto di trovare persone che hanno fatto più o meno il tuo stesso percorso, lo stesso cambiamento, gli stessi sforzi legati al cambiamento, ti fa sentire meno solo, e un pò più a casa.
"Di dove sei"... "ma quant' é che sei qua"... ci conosciamo un pò e dopo quasi un' ora di chiacchiere Enzo mi dice una cosa che, sebben generica, é assolutamente vera... "noi (italiani) andiamo d' accordo fuori dall' Italia, a casa nostra ce manniamo a fanc#lo!".
Ci penso un secondo... e mi rendo conto che ha pienamente ragione.
Ho conosciuto altri italiani che vivono da queste parti, e in quasi tutti loro, nel momento in cui capivano che ero italiano, si accendevano espressioni di sollievo, di conforto, come se venisse offerto loro un momento di Italia, alcuni attimi di casa.
Questo per me é come un nuovo capitolo dell' avventura, lo so che può sembrare strano, ma tutto mi appare più facile... però mi chiedo perché a "casa nostra" siamo così scontrosi ed incag@bili? Perché dobbiamo passare periodi di solitudine per apprezzare la felicità di un semplice incontro?
Ok, meglio se vado a letto.

Ah... e se venite da queste parti avete un posto in più dove bere un buon caffé.

8 commenti:

  1. Ciao Gabriele

    sei la prima persona in Brasile che cambia la macchina per una bici. Forse perché sono abituata alla vita di San Paolo che, oltre il terreno non favorevole, purtroppo ci sono anche gli scippi (talvolta anche le rapine a mano armata!). Ma ho visto che anche in altre città che sono tutte piane e addirittura hanno anche il mare la gente preferisce l'auto al posto della bici per motivi di sicurezza personale.
    Anche noi brasiliani siamo molto più simpatici tra noi quando ci troviamo all'estero. Va bene, a volte ci conosciamo in autobus o in metro mentre ci rechiamo o torniamo dal lavoro o dall'università (mi capitava spesso quando studiavo, avevo anche degli amici di fermata dell'autobus). L'ultima volta è successo a San Paolo quasi un anno fa in metro, quando un americano si è messo a parlare con me (in portoghese) perché aveva letto il titolo in inglese di un libro che stavo leggendo.

    Quando siamo all'estero e riconosciamo quell'accento familiare, quasi sempre ci mettiamo a parlare e ci interpelliamo con la classica domanda "di dove sei?", non badando all'appartenenza.

    Bella quella foto in bianco e nero sul Tevere.

    Abraço!

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  2. Sì, il Brasile é ancora lontano dallo "stile" Olanda... se hai i soldi li devi far vedere, e se proprio devi girare in bici l' importante é che sia chiaramente costosa... ma grazie al cielo la storia sta cambiando, la gente comincia a viaggiare e vedere come funziona anche dalle altre parti...

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  3. Sì, chi usa la bici in Brasile sono i più poveri o i contadini. Ma vedo che tanti hanno cominciato ad usarla più spesso, anche quelli che non abitano in città piane.
    Costosa non lo so. Anche perché è più facile che te la rubino. Manca un po' di incentivi, con costruzioni di piste ciclabili e rieducazione della popolazione, soprattutto per chi è usa la macchina di modo improprio.
    Da grande, non avevo la bici a San Paolo prima perché non c'era posto nell'appartamento dei miei per 3 bici (o tutti noi dovevano averla o nessuno :D), poi perché il rispetto per chi va in bici è praticamente nullo.

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  4. una delle prime cose che ho fatto appena sono arrivato a S. Paolo è stato comprarmi una bicicletta. In Italia la usavo spesso, mi piace girare in bici. L´ho usata non più di 5 volte. A parte il fatto che la città collinare richiede gambe e polmoni da Pantani (o quanto meno un po´ di doping), ma poi perchè rischiare la vita ogni volta che esco di casa? Il ciclista e il pedone a S. Paolo valgono meno di zero. Però almeno il pedone può passeggiare sul marciapiede. Io se vado in bici sul marciapiede devo pure prendermi i vaffa (peraltro giusti) dei pedoni. Nun se pó fá!

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  5. Ma infatti non si può paragonare BC con San Paolo... questa é una città tipo Modena, forse anche più piccola.
    E poi a SP non c'é nemmeno un gran paesaggio da "gustare", così il piacere cala... guarda me... stamattina ore 8 prendo la bici, scendo in spiaggia e vado al lavoro... c'é una giornata da paura, e siccome per oggi ho già finito, sono le 15, ci sono circa 27 gradi e me ne vado al mare.
    A San Paolo non te la godresti così. ;D

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  6. e nun te 'ncazzà....'nfonno 'nfonno se volemo bbene pure n'Italia...er problema so li politichi che si hanno magnato tutto e nun cianno lassato da raccoje manco le briciole...ekko perchè se scannamo tra de noi!!!fori dar paese nostro semo più bboni e più felici perchè nun stamo a contatto chiii problemi der paese nostro e quello che se riuscimo a costruì e a guadambià cor sudore nostro nun ce lo tocca nessuno....

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  7. Che te lo dico a fare Caino... c' hai raggione!

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  8. Nao sei se a vida è curta ou lounga demais pra nos, mas sei que nada do que vivemos tem sentidos, se nao tocamos o coracao das pessoas.
    Cora Coralina

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