Il weekend comincia un poco faticosamente... sveglia alle 6... e considerando che sono andato a letto alle 2, beh... 4 ore per me sono un poche per ricaricare le pile... comunque... ci mettiamo in macchina direzione sud.
La prima tappa é l'albergo... Garopaba.
Arriviamo e ci ritroviamo di fronte ad un hotel in stile Shining... in cima alla collina, mezzo sperduto e con solo noi come ospiti... fin qua ok... depositiamo le valigie nelle camere (e meno male che non abbiamo preso le più scarse) e diamo un'occhiata ai comfort inclusi nella diaria... 2 piscine, 1 campo da tennis, palestra, sala da biliardo, ping pong, biliardino, sala conferenze e sauna... tutto fuori uso.
Il clima era spettrale... le apparecchiature erano fatiscenti e sporchissime, tutto riportava a quelle scene in cui gli attori di Shining giravano per l'hotel sperduto nelle montagne... quelle stanze con le porte socchiuse che ti invitano a guardare dentro... stanze senza finestre, completamente buie e piene di oggetti vecchi, arruginiti, rotti, senza più alcuna utilità.
La sala conferenze era circondata da vetrate che davano su un fitto bosco, un susseguirsi di vecchie sedie di legno alla stessa distanza l'una dall'altra e coperte con dei teli bianchi, il tetto molto basso ed in fondo alla stanza uno stretto corridoio dava ad un bagno di servizio, completamente buio, senza finestre.
Cominciavo ad avere le prime allucinazioni, già mi vedevo scappare da una bimba che impennava col triciclo... povero me.
Andiamo a reclamare per le condizioni della piscina, e la ragazza alla reception con una flemma degna di un tossico in overdose, inventa scuse per non farci scappare dall'hotel... e noi non scapperemo.
Basta, non perdiamo più tempo, abbiamo nemmeno 36 ore e dobbiamo approfittare del posto... montiamo in macchina in direzione Laguna.
A me non piacciono le rotte turistiche, sì le faccio, ma quando posso ci metto del mio... così contrariamente ai consigli datimi, mi immolo in un fuoristrada... ok, la difficoltà non era proibitiva, semplicemente non era la strada più rapida e comoda... però mi ispirava e così l'ho presa.
Il tragitto si rivela fantastico, la strada piena di buche non ci impedisce di godere di panorami mozzafiato e dune infinite... tiro un sospiro di sollievo, la mia cocciutaggine ci ha portato a vedere delle belle cose... ne é valsa la pena.
Raggiungiamo Laguna... la città di Anita Garibaldi... voi direte "sti ca@#i!"... e io mi associo... non sono tanto pro Garibaldi per cui me ne frega il giusto... fortunatamente c'é di molto meglio da vedere, però prima bisogna riempire lo stomaco.
Facciamo un giro della città, il centro é in pieno stile coloniale, tra i primi fondatori di questa "regione" di Santa Catarina ci furono gli Azorriani... e solo i colori delle case lo rivelano chiaramente.
Camminando incontriamo la casa di Anita, la bella chiesa principale della città e scorci urbani molto differenti dai nostri europei... ma questo non é tutto ciò che Laguna può offrire... il nostro primo obiettivo, infatti, é il faro di Santa Marta. Prendiamo un traghetto per passare il fiume, e ci inoltriamo in un territorio senza alcuna strada asfaltata... solo terra, foresta e dune di sabbia... e dopo mezzora arriviamo a destinazione.
Il faro (ovviamente) si erge su una collina, e la città ai suoi piedi é tipicamente di pescatori... la vista da lassù é fantastica... alcune formazioni rocciose ricordano vagamente quelle di Stonhenge, solo che queste sono più arrotondate e danno sul mare.
Torniamo verso la civiltà e abbiamo l'opportunità di incrociare alcuni delfini, residenti stabili nel porto della città... la loro "storia" é fantastica... per farla breve aiutano i pescatori a catturare il pesce, si organizzano in file e spaventano i pesci mandandoli nelle reti.
Il sole cala, ci mettiamo in strada direzione hotel... i 60 km che ci dividono dalla nostra "casa" sono difficili... anche le autostrade hanno innumerevoli pecche... la mia visione di europeo mi impedisce di non notare quanto lavoro ci sia da fare, la sicurezza rimane un optional.
La cena passa rapida, la partita a stecca pure e il letto chiama.
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