Tra vent' anni sarete più delusi per le cose che non avete fatto che per quelle che avete fatto. Quindi mollate le cime. Allontanatevi dal porto sicuro. Prendete con le vostre vele i venti. Esplorate. Sognate. Scoprite.
Mark Twain


03 dicembre 2012

Ricchi e Poveri


Il biglietto da visita del Brasile è ancora in via di definizione, c'è chi pensa al Carnevale, alle splendide donne, al calcio, ai travestiti, alle favelas, alle spiagge, al samba, al boom economico... ognuno ha una sua visione del Brasile che non conosce, e il più delle volte è distorta, perché inconsapevole.
Io non ho un' immagine di questo paese che ne resuma rapidamente una caratteristica preponderante, probabilmente perché non sono più allo stadio iniziale di emigrante, e non ho più bisogno di darmi delle risposte a delle domande di poca importanza.
Una cosa che so è che le persone sono molto diverse tra loro, ed io ho le mie preferenze, che si chiamano persone umili.
BC sarà anche un mondo a sé stante, si dice di tutto di questa città, nel bene e nel male, ma io non posso fare paragoni con altre città brasiliane non avendo mai vissuto in altri luoghi, però dopo avere girato da timido turista posso dire che più il tempo passa e meno mi piacciono le classi "alte" della società locale, troppo false, opportuniste e prive di buon gusto al contrario di quanto loro stessi credono.
Lavorando in una scuola, poi, vedo di tutto: dai ragazzi "facili" a quelli "difficili", dai genitori responsabili a quelli più "fanatici" e fuori dal mondo, dalle persone stracolme di soldi a quelle che si fanno un c#lo così per sopravvivere... è ovvio che mi viene da pensare alle nostre difficoltà, di cittadini medi europei, abbiamo ancora molti buoni motivi per sorridere, persino in un periodo così difficile.

Qualche giorno fa c'è stata la consegna dei diplomi per gli studenti in conclusione di corso, è stata una cerimonia molto bella, carica di emozione, e diretta ad ognuno dei ragazzi, è stata proprio una bella serata.
Il giorno dopo, ancora sulle ali dell'entusiasmo e un pò intontiti dallo spumante, è stato davvero bello vedere i frutti di quelle ore vissute insieme a certe persone che avevano partecipato alla cerimonia, c'era un coinvolgimento diverso, più umano, soprattutto con le persone più "accessibili", quelli con cui puoi comunque scherzare di tutto ad ogni ora del giorno.
Una di queste persone mi ha veramente incantato con la storia della sua vita, che è la vita di tantissimi brasiliani, fatta di difficoltà reali, a noi spesso sconosciute.
Lei ha avuto due figli quando era ancora adolescente, e il marito non l'ha aiutata granché sin dall'inizio, per poi lasciarla sola per andarsene con un' altra donna.
La storia in sé non è diversa da tante altre già sentite, ma quello che mi affascina è l'orgoglio della vittoria che queste persone provano ogni giorno agli altri e a loro stessi, una forza che vedo in poche persone che conosco, me per primo.
Ci sono persone che possono veramente darci molto, soprattutto quando pensiamo che non abbiano nulla di ché di interessante.
Anche per questo non mi pentirò mai della mia scelta di allontanarmi dal "giardino di casa".

7 commenti:

  1. L'arrogante strafottenza di alcune persone, appartenenti ad una classe economicamente piú agiata, in molti casi rivela una profonda e recondita insicurezza di fondo.In molti casi si tratta di nuovi ricchi desiderosi di rivincita verso il resto del mondo,fondalmentalmente patetiche figure alla disperata ricerca di affermazione puramente personale che sposti piu in lá i confini delle proprie insicurezze.Ignoranti e grette figure non consapevoli d'esserlo.Mi viene in mente il film "il conte tacchia".La cultura e la classe non si comprano,e quella popolare é intrinsicamente nobilitata dai piu puri e semplici concetti antropologici stessi.Lunga vita alla cultura "di qualunque tipo essa sia" unica e vera fonte di ricchezza capace d'elevare e nobilitare lo spirito.Ciao Yuri

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  2. Ciao Yuri,
    Qui c'è un detto totalmente azzeccato che tradotto "fa" più o meno così:
    "La persona esce dalla favela, ma la favela non esce dalla persona"
    Dice tutto ed è universale.
    Abraço!

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  3. Mi fa pena vedere quelle persone ricche e benestanti schiave dei soldi e della posizione sociale, preoccupate con l'apparenza e non con l'essenza. Per me vita è lavorare,anche se non guadagni un granché, è sperare in qualcosa, sognare, lottare.
    Scusami se ho riempito il tuo blog con i miei commenti.

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  4. Ciao Juliana! Bentornata!
    E' veramente triste vedere come ancora oggi ci siano delle situazioni così "basse", ma purtroppo ci sono persone che sembrano vivere nelle novelas, vogliono avere lo schiavo e mostrarsi... per la macchina "importada", per il vestito "chic", il cellulare da oltre R$2.000,00... insomma, si atteggiano esibendo oggetti, sembrano avere soltanto questo.
    Até logo!!!

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  5. Bel testo. Come sempre sai dare una visione reale e piú umana di quello che é vivere in Brasile. Ma approfitto di questo anche per chiederti un consiglio: tu lavori in una scuola e insegni italiano, giusto? Prima di trasferirmi in Brasile, mia moglie sempre mi diceva che, nel caso io non trovassi un lavoro, avrei potuto insegnare italiano privatamente o in qualche circolo culturale. Io sempre le rispondevo che questo purtroppo non era possibile per diverse ragioni.

    Prima di tutto io non ho un titolo di studio che mi permetta di insegnare. Ma questo, se lo facessi in casa come privato, forse non sarebbe necessario.

    La seconda cosa é che io non parlo correttamente il portoghese, e quindi mi chiedo come possa insegnare a un brasiliano la lingua italiana, quando io per primo non so coniugare un verbo in portoghese. Oltre a essere una forma di presunzione esagerata, penso che sia una cosa impossibile da fare. Sarebbe come insegnare a riparare una macchina senza sapere cos'é un carburatore!

    Il terzo dubbio é simile, ma la contrario, nel senso che io sí so parlare italiano, e conosco un po' la grammatica (é passata un'eternitá da quando studiavo queste cose) ma non sono all'altezza di insegnare a un'altra persona una lingua straniera, pur essendo la mia lingua madre.

    Perché qui subentra l'ultimo dubbio: quando io penso a un insegnamento di italiano, penso di dover spiegare e far studiare l'enorme mole di grammatica, sintassi, ortografia, ecc. che ci hanno insegnato a scuola. Ma qui in Brasile, tutti i corsi che ho visto, sono molto piú semplici. Qui piú che studiare a coniugare un verbo si insegna a dialogare in italiano. Questo sicuramente va bene per chi non ha molte pretese o chi non ha tempo, ma non mi sembra il metodo corretto di insegnare una lingua straniera.

    Tu che fai questo proprio di mestiere, che sistema usi per insegnare? E pensi che il sistema qui adottato per la maggior parte dei corsi sia utile o sia troppo semplice per un uso corretto di una seconda lingua?

    Sinceramente il fatto che io sappia parlare italiano e che qui ci siano persone interessate ad apprendere la mia lingua é molto intrigante. Ma non ho idea se riuscirei a insegnare correttamente e non so quale metodo applicare. Ogni tuo consiglio sará gradito.

    Abraços!

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  6. Ciao Franco,
    Grazie per i complimenti! Sei sempre troppo gentile.

    Stavo scrivendo la tua risposta qui, poi ho deciso di farci un post... domani lo trovi.
    Ma tu dove vivi che non mi ricordo più?
    Cercherò di essere esauriente.

    Abraço!

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    1. Sorocaba, interior di São Paulo, uno tra i posti piú caldi della terra (almeno per i miei gusti).

      Ti ringrazio tantissimo. Um abraço!

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